BCC filiale Gerano
Apertura Filiale di Gerano
26 agosto 2011
Risposte concrete contro la crisi
1 settembre 2011
9-7

La Banca di Credito Cooperativo di Bellegra nel 2009 ha lanciato un’importante iniziativa per aiutare le famiglie in difficoltà e le fasce più deboli della popolazione: il Microcredito Sociale, piccoli finanziamenti a tasso quasi azzerato.

Nell’aprile del 2009 si è svolta a Bellegra, nell’aula consigliare del comune, la presentazione di tale progetto alla presenza dell’Abate ordinario di Subiaco, Mauro Meacci, il direttore generale della Federazione delle BCC di Lazio-Umbria-Sardegna, Paolo Giuseppe Grignaschi, la responsabile dell’area Social Banking di Federcasse, Chiara Piva, amministratori e parroci locali, vertici aziendali di altre BCC.

In Italia, secondo recenti dati Istat (2007), le famiglie che vivono in situazioni di povertà relativa sono circa 2 milioni e mezzo e un ulteriore milione è a rischio di povertà. Ciò significa che qualsiasi evento imprevisto può influire negativamente sul precario benessere familiare, spesso in maniera irreversibile.

A dirlo non è soltanto l’Istat, ma soprattutto le testimonianze raccolte dalla Caritas in molte città italiane e, in particolare, dalle Parrocchie nei nostri paesi; le nostre comunità, pertanto, non ne sono immuni. Anzi, si è a conoscenza di storie che parlano di famiglie comuni che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e sono costrette ad indebitarsi o a ricorrere a centri assistenziali, nonostante abbiano un lavoro e un reddito.

Per queste persone l’accesso ad un credito agevolato può diventare determinante per superare il momento di crisi. Da questa consapevolezza la Banca di Credito Cooperativo di Bellegra e la Parrocchia San Sisto di Bellegra, hanno avviato un progetto di Microcredito Sociale, per concedere prestiti di piccolo ammontare a condizioni favorevoli a persone in situazioni di particolare difficoltà. Il progetto sarà gradualmente illustrato a tutte le Parrocchie presenti sul territorio di competenza della Banca e possibilmente avviato.

Come funziona? Il meccanismo è semplice:

La Banca di Credito Cooperativo di Bellegra insieme alla Parrocchia San Sisto di Bellegra, hanno costituito un Comitato Tecnico, che con la loro conoscenza ed esperienza possono aiutare a trovare le soluzioni più adatte ai bisogni incontrati.

Per accedere al microcredito bisogna rivolgersi alla Parrocchia. Sarà la stessa (Comitato Tecnico) a fare la pre-istruttoria per l’accesso al finanziamento: verifica i requisiti (difficoltà di pagamento fitti, bollette, finanziamenti onerosi, conduzione familiare, spese scolastiche dei figli, acquisto mezzi per svolgere piccole attività lavorative, cauzioni affitto, rientro debiti pregressi, sovra indebitamento, usura) e introduce la persona al progetto.

Occorre sottolineare che il Microcredito non è un’attività di beneficenza. Ha in sé una dimensione economica importante, che punta a restituire dignità e autonomia alle persone. Dare soldi a fondo perduto sarebbe più facile, ma di certo non utile. Anche se concesso a condizioni particolari un prestito deve essere rimborsato, il debitore deve farsi carico degli impegni assunti.

La Parrocchia, per garantire i prestiti che verranno concessi, ha creato un fondo  che potrà essere ulteriormente alimentato nel tempo da donazioni di privati ed enti.

L’obiettivo del Microcredito Sociale è dunque più ambizioso del semplice prestare: punta ad accompagnare le persone verso una più consapevole gestione del denaro, responsabilizzare sull’importanza del risparmio, inserirle in una rete che dia punti di riferimento e consigli.

Per la Banca di Credito Cooperativo di Bellegra avviare il progetto è stata una scelta naturale: le Casse Rurali in Italia sono nate per combattere l’usura e permettere l’accesso al credito alle categorie più deboli.

La Banca di Credito Cooperativo di Bellegra non fa, quindi, che seguire il legame con la propria storia. Nei vecchi registri contabili della Banca si scopre che i primi prestiti erano stati concessi per comprare sementi, una mucca, per costruire un bagno o rendere la propria abitazione più decorosa, o a sostegno delle prime piccolissime attività artigianali e commerciali. La vera scommessa, in questi casi, non era farsi restituire il prestito da gente umile, povera, ma il fatto di credere che da quell’attrezzatura, quelle sementi, quella mucca, ecc.  potesse scaturire il benessere futuro di quelle persone.

Fare microcredito oggi vuol dire rinnovare quella fede, quella speranza di cento anni fa.

Il progetto Microcredito Sociale può essere riassunto quindi in due elementi: una sfida e una speranza. La sfida è dimostrare che anche la solidarietà, se lungimirante, può essere efficiente: il prestito se ben gestito, a differenza della beneficenza, autoalimenta i fondi a disposizione e permette di arrivare a più persone, durare nel tempo.

La speranza è che queste iniziative servano a ricondurre l’attenzione dai numeri all’uomo, con le debolezze, i bisogni e i suoi progetti di futuro. Progetti che non sempre sono misurabili, ma che possono comunque essere degni di fiducia. Anche dal punto di vista bancario.

Archivio